sabato 7 maggio 2011

Ricostruire il partito comunista, appunti per una discussione (Diliberto – Giacchè – Sorini)

È alle stampe in questi giorni un poderoso volume che per temi, profondità analitica e questioni politiche poste, è destinato ad incidere profondamente sul dibattito politico delle comuniste e dei comunisti nei prossimi mesi. E chi ha sottoscritto o semplicemente condiviso l’appello per la Ricostruzione del Partito Comunista non potrà non apprezzare questo ulteriore passo in avanti dato da un contributo teorico, oggi tanto necessario.
Il titolo parla da sé: Ricostruire il partito comunista, appunti per una discussione.
E' edito dalla Simple, a cura e per conto di Marx 21: l'Associazione politico-culturale presieduta dal filosofo e storico Domenico Losurdo, che coinvolge buona parte dei principali intellettuali marxisti italiani e si propone, oltre al lavoro di ricerca teorica, di riunire in un solo partito i comunisti che in Italia, oggi frazionati e dispersi, non rinnegano il patrimonio migliore del movimento comunista italiano ed internazionale.
Gli autori che si sono cimentati con questo importante lavoro sono noti e stimati nel loro campo e quasi non ci sarebbe bisogno di nessuna presentazione. Sono: Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Partito dei Comunisti Italiani (Pdci), già dirigente del PCI, più volte deputato al Parlamento, è un famoso ed apprezzato docente di Diritto Romano all’Università La Sapienza di Roma. Vladimiro Giacchè, economista marxista ed esponente di un'area vasta di “comunisti senza partito”, è autore di volumi e saggi filosofici ed economici, editorialista del Fatto Quotidiano e vicepresidente dell’Associazione Marx XXI. Fausto Sorini, tra gli animatori della componente leninista ed internazionalista che negli anni '80 contrasta la mutazione genetica del PCI,  è tra i giovani fondatori di Rifondazione Comunista, dirigente del settore esteri, animatore de l'Ernesto (rivista e area-politico culturale), tra i fondatori dell'Associazione Marx XXI. Al lavoro collettivo ha partecipato anche Andrea Catone, saggista e storico del movimento operaio, che gli autori ringraziano per il “contributo inestimabile”.
Il volume (352 pagine, articolate in 7 capitoli e 243 tesi) di per sé ricco di argomenti e spunti di riflessione, affronta le principali questioni che animano il dibattito dei comunisti e della sinistra alle soglie del terzo millennio, in Italia e nel mondo, come potete vedere dall’indice. Ma il punto di forza di questo libro sta nel fatto che nessuna tra le questioni fondamentali che rappresentano per un comunista la propria “cassetta degli attrezzi” (siano queste problematiche inerenti all’Italia, come al mondo, del passato come del presente) vengono rimosse. Non sembri banale questa considerazione: all’indomani della caduta dell’Urss e dello scioglimento del PCI, la ricostruzione di una forza comunista organizzata nel nostro paese è avvenuta rimuovendo proprio le ragioni della sconfitta e delle difficoltà che avevano portato a quello stato di crisi. La ripartenza, quindi, è stata segnata da un nobile moto d’animo di chi non si arrendeva e voleva continuare a dirsi comunista, rinunciando però ad una discussione seria ed approfondita sulle ragioni dei comunisti e dei rivoluzionari in quella, pur turbolenta, fase storica. È stato così che si sono poste basi fragili, che hanno portato all’eclettismo politico, che ha così impedito il formarsi di un gruppo dirigente unitario ed alle divisioni e frammentazioni precipitate poi nel corso degli anni. Per ricostruire, per segnare una significativa ripartenza, è necessario innanzitutto cambiare registro. Ecco perché questo libro si presenta come una occasione ghiotta per aprire una discussione troppo a lungo rimandata. E questo non perché in questo testo siano contenute tutte le risposte alle domande ed ai problemi del presente, tutt’altro: in questo contributo sono indicati i nodi problematici (storici, storiografici, ideologici, culturali, di analisti politica,…) con i quali gli autori si cimentano, fornendoci un punto di vista importante che obbliga in ultima analisi il lettore a cimentarsi in un confronto alto e costruttivo come mai, negli ultimi anni (forse sarebbe più corretto dire: negli ultimi decenni), si era fatto.
“In queste pagine – scrivono  gli autori in conclusione - non ci siamo nascosti né le difficoltà che stanno di fronte a noi, né il tempo che richiederà una ripresa effettiva del movimento comunista in Italia. Non si ricostruisce in un giorno un’organizzazione politica che voglia essere al tempo stesso solida e di massa, definita da un’identità chiara e radicata nei luoghi di lavoro e nel territorio...
Tutto questo non si può fare dall’oggi al domani.
Ma (…) in questo lavoro di ricostruzione, duro quanto necessario, non partiamo da zero. (…) Partiamo dalle esperienze compiute dal movimento operaio e comunista italiano e internazionale: uno straordinario patrimonio di conquiste e di vicende che rappresenta – inclusi i suoi errori e arretramenti – una delle pagine più importanti nella storia dell’emancipazione dell’umanità. Partiamo dalle necessità attuali di miliardi di esseri umani che subiscono un sistema economico la cui apparente razionalità e inevitabilità nascondono una profonda irrazionalità e inefficienza, ingiustizie enormi quanto evitabili, e oggi anche il rischio di arrecare danni irreversibili all’ambiente. “
Proprio nelle prossime settimane sono in cantiere tantissime presentazioni del libro in tutta Italia. Non è solo un modo per pubblicizzarne l’uscita, quanto l’occasione per aprire una discussione tanto necessaria quanto stringente ed alla quale questo testo fornisce un originale contributo. Ed è l’occasione per riavvicinare all’impegno ed al confronto tante compagne e compagni che, in questi anni, hanno abbandonato la militanza e si sono allontanati dalla politica, o ancora i tanti giovani che guardano a questo mondo ingiusto con l’ambizione e la speranza di poterlo cambiare.
Pertanto vi invitiamo non solo ad acquistare e leggere questo libro, ma anche ad organizzarne la presentazione (con gli autori ed altri relatori) nella vostra città. Anche questa semplice attività diventa un piccolo mattoncino utile nella titanica, quanto indispensabile, impresa della Ricostruzione del Partito Comunista.

5 commenti:

  1. PRIMA di RICOSTRUIRE un Partito Comunista bisogna RICOSTRUIRE i COMUNISTI.
    Se non ci sono LE GAMBE, dove va le TESTA?
    Prima bisogna creare una coscienza popolare e solo DOPO si può pensare a fare un partito.
    Se invece si inverte l'ordine si rischia di costruire una bella macchina ma che è senza benzina, e cioè un mezzo di locomozione che non porta da nessuna parte ma serve solo da "bella carrozza" in mano a vecchi "piloti" x farsi belli ricordando i vecchi tempi passati.
    Carlo.

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  2. Ho letto l'indice. Molto stimolante. Se il contenuto del libro (e non ne dubito) risponde ai titoli dei capitoli e dei paragrafi (o tesi) sarà un successo anche di vendite oltre che un mezzo di riflessione e di confronto.
    Proporrò alla sezione "Luigi Salvatori" di Pietrasanta del Pdci l'acquisto di una decina di copie per farne una lettura collettiva in estate e, subito dopo, una presentazione con gli Autori (o almeno uno di loro).
    Giuliano Rebechi
    Pietrasanta

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  3. Questo sistema irrazionale,discriminatorio, violento,poggiato sullo sfruttamento distruttivo dell'uomo e dell'ambiente a vantaggio di pochi,sarà cambiato dal movimento operaio e comunista internazionale,che riprenderà il suo inesorabile cammino rivoluzionario.Le condizioni ci sono tutte.Manca soltanto il Partito Gramsciano che lo guiderà.Aspetto con ansia il contributo dei compagni Diliberto,Giacchè e Sorini.mario mazzarella Pdci teramano.

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  4. voglio sapere la linea di questo partito, sara riformista rivoluzionario parlamentarista internazionalista stalinista maoista trotskista eurocomunista socialscivinista... insomma poche chiacchere ormai tutto viene chiamato comunismo, da gli internazionalisti rivoluzionari a qualli del pd
    vorrei risposte

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  5. be, cari compagni, l'unità dei comunisti non è da ora che la vogliamo.
    Per primo Lenin con l'Internazionale Comunista ribadì il concetto di unità.
    Il compagno Stalin fece dell'unità dei comunisti un suo obiettivo e con la III^ Internazionale mi sembra si sia raggiunto il MASSIMO.
    è da li che occorre ripartire per ricostruire il Partito Comunista in Italia, come avrebbe detto Troisi: ricomincio da tre!

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